Perchè serve determinare in modo preciso la potenza termica nominale dei singoli radiatori presenti nel condominio nel caso di rilevamento dei consumi con ripartitori per costi di riscaldamento?
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I ripartitori, semplicisticamente parlando, rilevano la temperatura media del radiatore sul quale sono montati e con questo dato registrano degli scatti (unità di ripartitzione). Ma il rilevamento di questa temperatura media non basta per esprimere il reale consumo registrato per il singolo radiatore: se per esempio la temperatura media su due radiatori dello stesso modello, ma di potenze termiche (dimensioni) diverse, è identica, il ripartitore registrerà gli stessi scatti. Quindi gli serve un’ulteriore parametro per esprimere questi scatti come “consumi”: dobbiamo correggere gli scatti registrati da ciascun ripartitore con le potenze termiche nominali dei radiatori sui quali sono montati. Sapendo questo, dovrebbe diventare ovvia l’importanza della determinazione di queste potenze termiche e che gli errori fatti in questa occasione si ripercuoteranno pesantemente sui costi per riscaldamento che verranno fatturati alle singole utenze alla fine dell’esercizio.
In che cosa consiste la maggiore difficoltà per identificare il radiatore installato in un appartamento e quindi la determinazione precisa della sua potenza termica nominale?
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Nella maggioranza dei casi, i radiatori installati non hanno etichette, loghi, ecc. per individuare il produttore del radiatore. Questo vale sia per radiatori relativamente nuovi che per quelli molto vecchi. Purtroppo radiatori che esteriormente sembrano molto simili se non identici, possono avere delle caratteristiche di potenza molto diverse. Esperti dicono che esistono oltre 60.000 modelli di radiatori, non contanto le loro diverse dimensioni. Ma per fortuna, i diversi produttori hanno costruito i loro radiatori con caratteristiche costruttive ben specifiche, diverse tra di loro. Quindi, chi rileva e identifica il radiatore deve essere esperto a riconoscere con perizia tutte le caratteristiche costruttive del radiatore che ha davanti. Solo questo permette a identificare con precisione il radiatore e attribuirgli la potenza termica più precisa possibile.
Perchè serve un sistema professionale e affidabile dedicato specificatamente alla determinazione delle potenze termiche nominali per il rilevamento dei consumi con ripartitori di costi di riscaldamento?
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Come abbiamo visto, la precisa classificazione dei radiatori è la condizione essenziale e più importante per la contabilizzazione del calore mediante ripartitori (ovviamente previo montaggio a regola d’arte). Abbiamo anche visto che la corretta identificazione dei radiatori presenti in un’impianto esistente non è semplice e neccessita di personale esperto. Ma questo, proprio per la tutela dell’utente finale, non deve esimere a fare una determinazione più precisa possibile! E per questo per fortuna sono disponibili sistemi per l’identificazione dei radiatore come il RadiatorCertEN. Non solo mette a disposizione una banca dati di oltre 60.000 di diversi modelli di radiatori, ma fornisce anche un prontuario preciso e sistematico su come riconoscere le caratteristiche costruttive dei singoli radiatori.
Ma per radiatori di produzione più recente non esistono già le potenze certificate sulle schede tecniche dei produttori reperibili per esempio anche su internet?
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Si, ma in teoria. Dopo l’entrata in vigore della norma europea UNI EN 442 (nel 1995) tutti i produttori di radiatori devono dichiarare le potenze termiche nominali determinate con prove di laboratorio secondo tale norma. Ed esattamente quella potenza termica determinata da prove di laboratorio, devono obbligatoriamente e direttamnte essere prese per la determinazione del coefficiente (Kq) da attribuire all’unità di ripartizione registrata dal ripartitore! Ma il problema sta a monte! Visto che, come abbiamo già accennato, poche volte si trovano riferimenti sul produttore e menchemeno sul modello del radiatore installato, per trovare le potenze termiche nominali servono altre caratteristiche per individuare quel preciso radiatore. Rilevando queste caratteristiche ben specifiche per ciascun produttore e modello permette, consultando la banca dati RadiatorCertEN, a risalire in modo veloce e preciso ai dati ufficiali di laboratorio.
E per radiatori vecchi, costruiti prima del 1995?
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Per radiatori vecchi l’uso di questo sistema professionale dedicato alle potenze termiche dei radiatori diventa ancora più importante. Già dagli anni sessanta i produttori di radiatori hanno determinato le potenze termiche seguendo specifiche norme tecniche nazionali (UNI, DIN, ecc..). Inoltre per migliaia di radiatori questi valori sono stati determinati e confermati presso enti terzi accreditati. La nostra banca dati contiene una collezione di varie decine di migliaia di questi certificati. E l’aggiunta di nuovi dati avviene in continuazione mediante aggiornamenti. Quindi permette nella maggioranza dei casi, sempre in base alle caratteristiche costruttive specifiche, a risalire ai dati del radiatore da identificare.
E se quel specifico radiatore che si deve valutare non fosse presente nella banca dati?
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Certo, nonstante le decine di migliaia di radiatori presenti nella banca dati, è possibile che un modello non sia compreso. Ma anche in questo caso, conoscendo tutte le diverse caratteristiche del radiatore da classificare, diventa abbastanza facile a trovare nella banca dati un’altro radiatore, costruito in modo molto simile. E dovrebbe essere palese a chiunque che prendere quella potenza termica nominale sicuramente molto “simile”, sia il modo migliore anche per una stima. Poi esiste sempre la possibilità di farsi confermare quella stima presso un’ente accreditato.
Ma allora, a che cosa serve un metodo alternativo come il “metodo dimensionale” previsto dalla norma UNI 10200?
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È un metodo previsto solo da questa norma nazionale e che non si ritrova in nessun’altra norma al mondo. È stato previsto per permettere anche a chi non è esperto nell’identificazione precisa dei radiatori a dare, con semplici calcoli di dimensione (altezza, lunghezza e profondità), un valore da considerare per determinare il coefficente per i ripartitori. Ma purtroppo è un metodo inaffidabile che porta a grossissimi errori. L’errore che si fa con il “metodo dimensionale” è riportare la determinazione delle potenze nominali dei radiatori sotto la prospettiva di calcoli termotecnici. Per esempio, se si devono stimare fabbisogni termici per un locale o un appartamento per, per esempio, determinare le potenze dei radiatori da installare, errori anche relativamente grandi del 20 o più per cento non sono così significativi. Qualcuno si troverà installato un radiatore troppo grande, ma questo non gli influsice direttamente e pesantemente sul costo d’esercizio del suo riscaldamento. Ben altro è però, se si fanno gli stessi errori che poi influsicono sul rilevamento dei consumi! Non ci si dimentichi che il “fabbisogno termico” di un’appartamento viene calcolato su valori estremi, cioè deve garantire che se esistono temperature esterne per esempio di -10°C all’interno dell’appartamento, con i radiatori installati si devono ottenere 20°C. Quindi, il termotecnico bravo e professionale esperto della materia, se incaricato per la determinazione delle potenze termiche nominali per classificare i radiatori per la contabilizzazione del calore con ripartitori, sposta la suo prospettiva di approccio dai “fabbisogni” al concetto dei “consumi reali”, quindi con molta più precisione!
Ma se il metodo dimensionale può veramente portare a queste imprecisioni, perchè viene lasciato nella norma tecnica?
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Non lo sappiamo ed è incomprensibile. Anche in un recentissimo studio dato in carico dallo stesso CTI/UNI a un gruppo di professori universitari, dimostra che il metodo dimensionale può portare a grandi errori. Si parla del 45% per un certo tipo di radiatori e addirittura a un errore superiore indefinito per una grande percentuale di altri. Un’altro studio di un laboratorio accreditato indipendente, pare che accerti errori possibili addirittura di gran lunga maggiori. Quindi non si capisce come un’ente tecnico come l’UNI possa mantenere un metodo così inaffidabile in una sua norma. Si può solo presumere che chi redige la norma voglia permettere anche a chi non è esperto a potere essere incaricato a determinare questi coefficenti e mantenendolo nella norma, si tenti di “legalizzarlo”. Tutto questo contando sull’ignoranza dell’utente finale che sarà il danneggiato diretto se la determinazione delle potenze dei sui radiatori sono stati fatti grossolanamente. Un metodo alternativo come il metodo dimensionale in alcuni casi può anche essere utile, premesso che venga usato da mani molto esperte nella materia specifica, ma in nessun caso dovrebbe essere previsto come “standard” in una norma tecnica!
Ma identificare e classificare i radiatori presenti in un condominio con un sistema professionale ha dei costi maggiori!
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Certamente. Si deve investire nella formazione del personale che è addetto al rilevamento delle caratteristiche costruttive dei radiatori (generalmente chi li installa) e poi nel software con la banca dati. Quindi, chi installa non può semplicemente avvalersi di personale inesperto. Inoltre servono anche collaboratori professionali ed esperti che certificano le potenze rilevate. Quindi questi compiti non possono essere eseguiti in modo improvvisato, come purtroppo al momento in molti casi avviene. Ma detto questo, l’incidenza dei costi per ogni ripartitore installato per eseguire la classificazione in modo preciso, professionale e secondo le norme europee (UNI EN 834 in questo caso), è di poco conto rispetto a quanto poi l’utenza finale ottiene come precisione nella ripartizione delle spese per il riscaldamento. Per essere più chiari: per l’azienda professionale che installa migliaia di ripartitori o anche per lo studio tecnico professionale che elabora le potenze termiche reali, l’incidenza dell’investimento significa un costo di al massimo qualche Euro per radiatore/ripartitore.
Cosa può fare l’utente che ha dei dubbi che i suoi radiatori sono stati classificati in modo errato?
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Ci rendiamo conto che per l’utente finale è difficile scoprire eventuali errori di questo genere. Prima di tutto bisogna chiedere una certificazione impegnativa sul metodo con il quale la determianzione dei coefficienti previsti, cioè le potenze termiche dei radiatori, sono stati effettuati. Questo già mette sotto la responsabilità chi ha eseguito la determinazione. Non basta una dichiarazione come “secondo la UNI 10200”, poichè, come abbiamo visto, questo al momento non da alcuna garanzia di precisione. Se si legge “secondo il metodo dimensionale” e l’utente ha dei seri dubbi che i suoi radiatori sono stati valutati in modo errato e se questo poi viene dimostrato con documenti in mano, ha ottime possibilità di ottenere, davanti al giudice, una revisione del suo conteggio.